venerdì 23 febbraio 2024

La mostra “Preraffaelliti. Rinascimento moderno” a Forlì

Il movimento artistico dei Preraffaelliti, riunito in una Confraternita, nato ed evolutosi nell'Inghilterra vittoriana, ha certamente innovato la pittura inglese. Tema centrale era il ritorno ad una pittura naturalistica, con riferimento a quella prima di Raffaello, in particolare quella medievale. Il loro stile influenzò il modo di vestire delle donne inglesi dell'epoca, tratteggiando abiti morbidi che non deformassero o costringessero il corpo femminile che, secondo gli esponenti del movimento, era bello di natura, quale esso fosse.

La mostra “Preraffaelliti. Rinascimento moderno” si annuncia come la più grande sin ora allestita, con  oltre 300 opere, frutto di prestiti dai più importanti musei del mondo. Potrà essere visitata fino al 30 giugno 2024 nelle sale del Museo Civico San Domenico a Forlì.

Sono oltre 300 opere appartenenti a varie espressioni artistiche e queste sono alcune opere esposte. Frederic Leighton Ragazze greche che raccolgono ciottoli in riva al mare.

Colección Perez Simon, Long Island City, NY . Olio su tela. 
Frank Dicksee Romeo e Giulietta.

Southampton, Southampton City Art Gallery.Olio su tela. 
Edward Burne Arazzi del Santo Graal - L'Armamento dei Cavalieri.

Progettato nel 1890, tessuto nel 1898-1899.Collezione privata. 
Frank Cadogan Cowper Vanità.

Londra, The Royal Academy of Art. Olio su tavola. 
Frederic Leighton lezione di musica.

Londra Guildhall. Olio su tela. 
Ford Madox Brown, Deposizione.

The Faringdon Collection Trust, Buscot Park Oxfordghire. Olio su tela. 
Attraverso tutte le opere esposte, il visitatore potrà esplorare le diverse fasi di questo movimento. 
Per informazioni e prenotazioni mostra:  mostraforli@civita.art 

domenica 11 febbraio 2024

Le maschere regionali del Carnevale

Una delle manifestazioni più folcloristiche in Italia è il carnevale, periodo in cui in diverse parti d'Italia si dà vita a manifestazioni allegre e particolari. 
Alcune, come il carnevale di Venezia o Viareggio, sono dei veri e propri momenti cui ci si prepara tutto l'anno per la cura dei costumi o per la costruzione dei carri e sono noti in tutto il mondo, altri, come quello di Cento, Fano e Putignano sono altrettanto famosi nel nostro paese e poi ci sono quelli meno noti ma organizzati altrettanto professionalmente come quello di Larino.
In altri post ve ne ho parlato, ma questa è una occasione per scoprire alcune maschere tradizionali, che poco si conoscono delle 20 regioni italiane.
 
Queste sono alcune regioni con i costumi e storie più particolari e di tutti, mi hanno colpito questi....
 
Liguria 
Capitan Spaventa, il soldato di ventura, buono e sognatore, al contrario ad un altro capitano: lo sbruffone Capitan Matamoros.

Deriva dalla commedia dell’arte e rappresenta la caricatura del soldato di ventura, elegante e raffinato nei modi e nel vestire ma non altrettanto coraggioso. E' tra le maschere più conosciute del carnevale genovese. 
 
Marche 
El Vulón, la maschera ufficiale del carnevale di Fano, conosciuto anche come El Pup.
 
Pasre che il suo nome abbia origini francesi, dall’espressione “nous voulons”, utilizzata dai banditori pubblici quando declamavano leggi e decreti del governo francese quando occupava questo territorio. 
Di certo, in dialetto di Fano è sinonimo di  gradasso e spaccone. 
Nel 1951 venne chiamato anche El Pup, simbolo del carnevale che il martedì grasso viene bruciato nella stessa piazza di Fano dove venivano letti dai francesi le leggi ed i decreti da cui gli deriverebbe il nome precedente.
 
Abruzzo
Frappiglia, il simbolo delle maschere abruzzesi. Il suo nome sembra derivare da "Fra" e "piglia", l'invito a rifocillarsi in casa d'altri tipico del dialetto abruzzese. 
Rappresenta un contadino povero che con la sua arguzia cercava di risolvere i problemi di tutti, ma che, sempre affamato, venne a patti con il diavolo per un puatto di pasta.
 
Secondo la tradizione, riuscì a prendersi gioco anche del diavolo e ritornare in vita dopo essere morto ma tenendosi addosso i segni dell'essere tornato dall'aldilà: dai colori dell'abbigliamento alle voglie rosse sul volto per ricordare l'inferno.
 
Puglia 
Farinella è la maschera tipica del Carnevale di Putignano.

Il suo nome lo deve al piatto simbolo della cucina putignanese: una farina finissima, ricavata da ceci e orzo e sta anche a ricordare che anche i poveri potevano divertirsi con poco nel perodo di carnevale. 
Farinella sarebbe stato un fornaio che avrebbe salvato la città dai Saraceni con un trucco, ovvero fingendosi malato di un morbo sconosciuto creato sulla pelle proprio con la farinella, mettendo così in fuga l'esercito invasore.
La maschera ha passato diverse trasformazioni nel costume ed attualmente vediamo quella degli anni '50.
 
Sicilia 
Peppi o Beppe Nappa, incarna un servo pigro e burlone, goloso e regolarmente picchiato per ogni guaio che combinava. Il nome deriva da nappa, ovvero le toppe dei pantaloni. Sempre alla ricerca di cibo, è stato paragonato a Pulcinella. E' ricordato per le sue danze acrobatiche ma anche per gli sbadigli che lo fanno dormire ovunque si trovi.


Anche se la sua figura è diffusa in tutta la Sicilia, è considerata la maschera buffa del carnevale di Sciacca e deriva dalla commedia dell’arte del Seicento.   

 

martedì 23 gennaio 2024

Gli affreschi di Palazzo Arese Borromeo

In Italia ci sono palazzi storici che custodiscono opere di grandi maestri dell’arte, che rendono il loro interno unico e di rara bellezza, con decorazioni e splendidi affreschi.
Il Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno, in provincia di Monza e della Brianza, è uno dei più interessanti da visitare.
 

Questo palazzo fu voluto da Bartolomeo III Arese nell'anno 1654, fu ingrandito dalla figlia Giulia, le cui nozze con il conte Renato Borromeo danno origine alla famiglia Borromeo Arese, a cui oggi deve il nome.  Particolare nel complesso architettonico, la loggia genovese nel cortile interno. 

 

 La maestosa la facciata principale del palazzo, esempio di barocco lombardo, introduce all’interno sfarzosamente abbellito.
Durante il percorso della visita ecco le sale da non perdere e che sono quella della Monarchia con l’albero genealogico,

la sala dei Giganti

la galleria dei Centauri.
Il salone d'onore
detto dei "Fasti Romani", la Galleria delle Arti liberali,
la sala Aurora,
la Galleria delle statue al piano nobile. 

Da vedere il ninfeo completamente rivestito a mosaico di piccoli sassolini di fiume bianchi e neri con eleganti disegni tipicamente barocchi. 

Una passeggiata al giardino per ammirare anche particolari fontane ma anche come sono i giardini all’italiana.


Nel giardino si trova anche il tempietto del Fauno che terminerà la passeggiata in questo magnifico giardino. 

Per informazioni circa la visita al palazzo e al giardino inviare un email cultura@comune.cesano-maderno.mb.it