Percorrendo la Strada Statale Pontina verso Terracina, ci si ritrova immersi nella valle dell'Amaseno dove, ben indicata troviamo la splendida Abbazia di Fossanova retta dai Frati Minori Conventuali Cistercensi.
Questo luogo
abitato inizialmente dai Benedettini che avevano costruito un monastero intitolato a Stefano Protomartire.Verrso l’anno mille, il monastero fu oggetto di ristrutturazione ed ampliamento, lavori di cui vediamo oggi i tre lati romanici del chiostro. Nel secolo XI l’abbazia fu incorporata nell’Ordine
Cistercense. I
Cistercensi portarono a termine una
capillare opera delle acque paludose del
fiume Amaseno, dalla quale, secondo la tradizione, deriva il nome Fossa Nuova. La chiesa di Fossanova, così come appare oggi,
fu iniziata nel 1163 e si protrasse per circa 45 anni,e fu terminata intorno al 1300. Anche l’imperatore Federico
Barbarossa contribuì alle spese di costruzione. Tra il 1170 e il 1250 furono ristrutturati anche gli altri locali e furono eretti successivamente la
foresteria, il refettorio e gli edifici attigui, la sala capitolare, il
lato sud del chiostro, i dormitori dei monaci e dei fratelli conversi,
le stalle e i magazzini, tutti secondo il severo stile della chiesa. L’influsso di Fossanova si estese in una discreta area
geografica dell'attuale provincia di Latina.
Dopo la caduta di Napoleone, né i Cistercensi dell’Antica
Osservanza, né i Cistercensi della Stretta Osservanza (Trappisti)
tornarono più nell’abbazia che fu trasformata in
dimora di bufali fino a quando Leone XII non la riscattò a proprie
spese per affidarla ai Padri Certosini di Trisulti nel 1826, che rimasero fino al 1926. Li sostiuirono i religiosi di
don Guanella fino al 1932, anno in cui il monastero è passato allo Stato Italiano. Nel 1936, l’abbazia è stata affidata ai
Frati Minori Conventuali. Nell'Abazia si può visitare la cappella eretta nella stanza in cui è morto San Tommaso d'Aquino, che a Fossanova si era gravemente ammalato durante il viaggio per raggiungere da Napoli il Concilio di Lione, convocato da Gregorio X, nel 1274.
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