mercoledì 17 aprile 2013

Venafro e Il Museo Nazionale di Castello Pandone

 Questa bella cittadina ha il simbolo nel Castello Pandone che domina Venafro, per mettere in risalto la qualità delle testimonianze artistiche molisane perché il presente non faccia dimenticare un passato pieno di storia anche culturale.
Per arrivare al Castello Pandone il turista troverà, tra le altre cose, la Chiesa di Cristo e la Chiesa dell’Annunziat, entrambe barocche.

 
 e il bel quadro rappresentante i Santi patroni di Venafro: Nicandro, Marciano e Daria.

 

Arrivati davanti al Castello ed entrati nell’androne di accesso al cortile si nota l’emblema araldico dei Caracciolo, salendo lo scalone trecentesco ci sono le sale con il ciclo dei cavalli di Enrico Pandone, con i frammenti di affresco del VII secolo da Santa Maria delle Monache di Isernia, e prosegue con opere medievali quali l’affresco con i Santi Bartolomeo e Michele dalla chiesa di San Michele di Roccaravindola e la scultura trecentesca della Madonna con Bambino da Santa Maria della Strada di Matrice e il polittico con scene della Passione di Cristo, realizzato in alabastro nel XV secolo da una bottega inglese di Nottingham.
 

Al suo interno si possono ammirare: la Madonna con Bambino e santi del pittore napoletano Simone Papa proveniente dalla Chiesa del Carmine di Venafro, San Sebastiano curato da Irene di Giuseppe Di Guido, in precedenza detto “Maestro di Fontanarosa, proveniente dalla Chiesa Parrocchiale di Gildone, la Madonna con Bambino e san Nicola da Tolentino,  dalla Chiesa di Sant’Agostino in Venafro, opera di Nicola Maria Rossi. 

Oltre a queste opere d’arte ed altre ciò che rende interessante è la decorazione con il ciclo dei cavalli di Enrico Pandone, per la sua unicità, che offre un percorso interessante sotto diversi punti di vista per la tecnica esecutiva, trattandosi di intonaco a rilievo e affrescato; questi cavalli sono a grandezza naturale con la sella ed eleganti finimenti, di ogni cavallo vengono anche riportati l'età, la razza, il nome, il colore del manto ed il simbolo dell' H, cioè della scuderia di Henricus, in alcuni si trova l’iscrizione con il nome della persona a cui fu donato.Il conte Pandone era un grande appassionato di cavalli così volle far realizzare, nelle sue sale, questo ciclo decorativo quasi volesse essere un album fotografico dei suoi preferiti cavalli da mostrare ai suoi ospiti, il cui solo possibile confronto è con la Sala dei Cavalli in Palazzo Tè a Mantova, affrescata per i Gonzaga da Giulio Romano. 
Inoltre dalla bella loggia con arcate si può ammirare il panorama di Venafro dopo aver visitato il primo Il Museo Nazionale del Molise.



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