Van Gogh è un artista che con le sue pitture ha
trasmesso una forza vitale ma anche inquietudine e disperazione diventando il
segno emblematico del disagio interiore
del XX secolo.
Dedicato ai viaggi promessi, che ci vorremmo promettere o che ci siamo ripromessi di fare, alla scoperta dell'Italia.
sabato 28 febbraio 2015
venerdì 27 febbraio 2015
Notizie e immagini relative al Baldacchino di San Pietro a Roma
Questa superba e meravigliosa
opera d’arte
che è il Baldacchino, realizzato dal Bernini, non diminuisce l'impressione di profondità
della basilica ma l'aumenta, facendo apparire a chi entra ancora più lontana
l'abside, inquadrata tra le colonne.
Quest’opera fu voluta da papa Urbano VIII per l'altare maggiore della Basilica e il
Bernini lo farà ricordare ai posteri inserendo sempre le api, che sono
rappresentate nello stemma del papa,
e lo stemma stesso.
Per realizzare la grandiosa opera Urbano VIII fece prendere
una parte del bronzo dal
Pantheon, questo particolare diede origine alla famosa pasquinata "quod
non fecerunt barbari, fecerunt Barberini".
Cioè “Quello che non hanno
fatto i barbari, hanno fatto i Barberini".
Il Bernini si
ispirò al baldacchino di tipo processionale per dare più solennità all’altare e
lo realizzò in bonzo, in colore brunito, che per effetto ottico lo fa percepire
più piccolo di quello che in realtà è, il Baldacchino è alto circa
trenta metri.
Le colonne si poggiano su basamenti marmorei
dove sono
visibili lo stemma di Urbano VIII committente dell’opera.
Da notare le colonne tortili o a tortiglione, a forma di
treccia, che sono metà con fuso ritorto
e metà con rami d'ulivo e alloro, da putti, lucertole e api svolazzanti,
simbolo dei Barberini.
Su ogni colonna si trova una statua di angelo da dove parte
una grande voluta che si incontra al centro
per sorreggere il globo
alla cui sommità vi è la croce.
Nei
drappeggi, con le nappe finali,
si ritrovano le tre api per ricordare il casato
di Urbano VIII, i drappeggi sembrano così reali da sembrare mossi dal vento.
Il
Bernini aveva solo 25 anni quando il papa gli commissionò l’opera ricercando
una soluzione di effetto pittorico piuttosto che architettonico dimostrando il
genio che era nel realizzare le sue opere.
giovedì 26 febbraio 2015
Un weekend a Tivoli
La
città ha origine, secondo la tradizione, nel 1215
a.C. e fu oggetto
di varie trasformazioni urbanistiche in vari periodi storici
da quello romano a quello medievale.
Passeggiando
per il centro storico sono da notare le stradine
che mantengono il
caratteristico assetto urbano dei tempi passati.
Tra
queste stradine a scale si nota una caratteristica casetta gotica
con la scala
esterna con sottostate arcata in pietra e con belle merlature sorrette da
mensoline in marmo.
Da
visitare
l’Anfiteatro Romano, la
Chiesa
di Santa Maria Maggiore,
Rocca Pia (1461), la
Torre di Guardia, ponte San Martino e il ponte
gregoriano.
Molto
interessante è la Chiesa di San
Silvestro
(XII sec.) con il grande
affresco, nell’abside centrale, con la
figura di Cristo che consegna il rotolo della Legge a san Pietro.
Da
vedere gli
antichi lavatoi, la mensa
ponderaria
dove si svolgeva il controllo dei pesi e delle misure e il tempio
di
Vesta.
La
città di Tivoli è conosciuta per le superbe Ville: Villa Adriana, Villa d’Este
e Villa Gregoriana. Nella Villa Adriana si ammirano i resti di molti edifici
come il Tempio di Venere, il Teatro Marittimo, le Grandi e Piccole Terme,
l’Edificio con Pilastri Dorici.
Inoltre
Villa Adriana
è una mia foto |
di notte si illumina in modo suggestivo.
Il
parco “Villa Gregoriana” fu allestito nel 1834 dopo la deviazione dell’Aniene;
le cascate, le grotte, i reperti archeologici, gli scorci panoramici e i suoi
alberi giganteschi ne fanno
un parco di grande valore.
mercoledì 25 febbraio 2015
I musei del vino in Italia
Il turismo del vino con le varie
manifestazioni ad esso collegato è un altro modo per conoscere l’Italia
vinicola e i luoghi ad essa collegata.
In Italia ci sono Musei del vino
che conservano materiali, libri e quant’altro relativi alla vite e al vino che
permettono di conoscere tecniche anche antichissime ma anche i macchinari per
produrre questa bevanda che si degusta con la gastronomia.
Queste sono alcune delle città
dove si può visitare il museo del vino.
Pessione: Museo Martini
Le sale del museo si trovano nel
palazzo seicentesco, sede storica dei primi stabilimenti Martini, e
precisamente nelle antiche cantine della villa predisposte per accogliere
importanti materiali usatinel tempo per produrre il vino e consumarlo.
Tra gli
altri oggetti o macchinari si trovano anche particolari bottiglie e una
raccolta di cavatappi
di varie epoche, provenienza e tipo.
Capriolo: Museo agricolo e del vino
Nel museo si possono vedere gli
oggetti utilizzati nel passato per la coltivazione dei campi e della vita.
Le
sale hanno un tema preciso che vanno
dalla vite al vino, gli attrezzi
e l’attività del bottaio.
L’azienda Ricci
Curbastro ha anche un agriturismo con otto appartamenti in una cascina in
prossimità del centro abitato di Capriolo.
Rufina: Museo della vite e del vino
Il Museo si trova nella Villa di Poggio e la sezione espositiva si
svolge all’interno delle cantine dell'antica villa.
In questa vasta raccolta si
possono vedere gli attrezzi adoperati nella vigna,
le botti, pannelli e
foto, vengo anche illustrate le
fasi della lavorazione dell’uva.
Una sala ospita anche la ricostruzione
dell’ambiente di lavoro di un bottaio .
Torgiano: Museo Lungarotti
Questo particolare museo si trova
nel seicentesco palazzo Graziani Baglioni e ripercorre la storia e la civiltà
del vino attraverso le bellissime e particolari collezioni che espone.
Sono una
serie di raccolte
archeologiche, tecniche, storiche ed artistiche in un arco di
tempo che va dal III millennio a.C. fino ai nostri giorni.
Inoltre nel Museo si
trova la biblioteca con volumi anche molto antichi sempre riguardante la vite e
il vino ma anche di pubblicazioni di almanacchi e proverbi.
Per le informazioni relative alle
visite, orari e quant’altro si consiglia di rivolgersi ai rispettivi Musei.
martedì 24 febbraio 2015
La leggenda della Bocca della Verità a Roma
Visitando
Roma, nel Rione Ripa, troverete la Bocca della verità, antico mascherone, murato nella parete dell’atrio della chiesa
di Santa Maria in Cosmedin.
risalente al
primo secolo a.C., probabilmente un antico tombino, ed ha le sembianze di una divinità
fluviale dal volto maschile.
Varie leggende si raccontano su questo mascherone, come la leggenda tedesca del XV secolo in cui si ritrova il mascherone che non osa mordere la mano di una imperatrice romana che, benché avesse tradito suo marito, lo inganna con un artificio logico.
Varie leggende si raccontano su questo mascherone, come la leggenda tedesca del XV secolo in cui si ritrova il mascherone che non osa mordere la mano di una imperatrice romana che, benché avesse tradito suo marito, lo inganna con un artificio logico.
La
tradizione popolare tramanda che la bocca potesse mordere la mano di chi avesse
mentito e qui fu girata la scena, rimasta celebre, del film "Vacanze Romane",
in cui Gregory Peck, di fronte a Audrey Hepburn, finse di aver perso la mano.
in cui Gregory Peck, di fronte a Audrey Hepburn, finse di aver perso la mano.
Questo antico mascherone è uno dei simboli romani anche il più fotografato e nel
1485 gli fu dato per la prima volta il
nome di "Bocca della Verità".
Ancora
oggi si indica con questo nome l'intera Chiesa che lo ospita e la piazza antistante.
lunedì 23 febbraio 2015
Una visita alla Lanterna di Genova
La città di Genova ha una storia
e una tradizione antica molto interessante che si riscopre nei suoi
monumenti, chiese ma anche nelle tradizionali strade chiamate caruggi, nel
porto e nella Lanterna
simbolo della città.
simbolo della città.
La Lanterna fu costruita nel
1128, come faro di segnalazione e fortificazione difensiva, in cima a Capo di
Faro, è il secondo faro più antico e funzionante nel mondo.
La Lanterna è un sito turistico e
culturale genovese da prendere in considerazione quando si visita la città.
Visitare quindi la Lanterna, faro
del porto genovese, attraverso
la "Passeggiata
della Lanterna" un percorso pedonale
di circa 800 metri, con passerelle
panoramiche sulle aree portuali, un parco da cui si possono ammirare le
fortificazioni storiche permette di conoscere meglio la città grazie anche al Museo
della Lanterna.
Il Museo ha un percorso multimediale, con filmati e
temi audiovisivi, sulla città di Genova e sul territorio provinciale e una
interessante raccolta di oggetti relativi ai fari e ai sistemi di segnalazione
in mare.
Queste sono alcune immagini di oggetti che si trovano nel
Museo.
Ma la visita, per chi ha piacere, continua visitando la
mostra Oltre il segno e il colore che terminerà il 07.03.2015 sempre nella sede
museale.
Per i giorni e gli orari si consiglia di informarsi in tempo
anche presso il Comune di Genova.
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